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10°ANNIVERSARIO DEDICAZIONE CHIESA PARROCCHIALE S.MARIA LA NOVA

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10°ANNIVERSARIO DEDICAZIONE CHIESA PARROCCHIALE S.MARIA LA NOVA

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Saluto e ringrazio il nostro Vescovo per la sua presenza in mezzo a noi in occasione del 10°anniversario della Dedicazione della nostra Chiesa Parrocchiale S.Maria La Nova, in questo giorno solenne dell’Annunciazione del Signore. Vorrei accennare, tra i tanti di questo nostro convenire, a 2 motivi che a me sembrano importanti che rendono significativa questa giornata: Il 1° La Memoria Grata,  2° La Comunione Fraterna

1° La Memoria Grata. Nell’Evangelii Gaudium n.13, Papa Francesco ci dice:“Neppure dovremmo intendere la novità di questa missione come uno sradicamento, come un oblio della storia viva che ci accoglie e ci spinge in avanti. La memoria è una dimensione della nostra fede che potremmo chiamare “deuteronomica”, in analogia con la memoria di Israele. Gesù ci lascia l’Eucaristia come memoria quotidiana della Chiesa, che ci introduce sempre più nella Pasqua (cfr Lc 22,19). La gioia evangelizzatrice brilla sempre sullo sfondo della memoria grata: è una grazia che abbiamo bisogno di chiedere. Gli Apostoli mai dimenticarono il momento in cui Gesù toccò loro il cuore: «Erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv 1,39). Insieme a Gesù, la memoria ci fa presente una vera «moltitudine di testimoni» (Eb 12,1). Tra loro, si distinguono alcune persone che hanno inciso in modo speciale per far germogliare la nostra gioia credente: «Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Parola di Dio» (Eb 13,7). A volte si tratta di persone semplici e vicine che ci hanno iniziato alla vita della fede: «Mi ricordo della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce» (2 Tm 1,5). Il credente è fondamentalmente “uno che fa memoria”.

In questo contesto allora diciamo grazie a tutti coloro che hanno iniziato e contribuito nel tempo alla costruzione di questo tempio sino ad oggi, e a tutti coloro che hanno contribuito a far nascere a crescere la nostra fede.

2° Il secondo motivo è che innanzitutto la Chiesa è il luogo come esperienza di comunione: dobbiamo sempre ricordare a noi stessi che prima c’era la “comunità” dopo, “il tempio”, perché l’esperienza dell’essere Chiesa è sostanzialmente un’esperienza di comunione nella Santissima Trinità. Il tempio/edificio ha valore in quanto è a servizio di questa esperienza di fraternità. Infatti, quando siamo stati battezzati – nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo – siamo entrati nella familiarità di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Quindi il battesimo, non riguarda la persona, ma riguarda la comunità perché ogni battesimo è un regalo della Trinità alla comunità, perché il criterio della nostra vita è “comunione” e “fraternità”.

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EG n.99 – “Ai cristiani di tutte le comunità del mondo desidero chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare come vi prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e come vi accompagnate: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). È quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesù al Padre: «Siano una sola cosa … in noi … perché il mondo creda» (Gv 17,21). Attenzione alla tentazione dell’invidia! Siamo sulla stessa barca e andiamo verso lo stesso porto! Chiediamo la grazia di rallegrarci dei frutti degli altri, che sono di tutti.” EG n.14 –La Chiesa non cresce per proselitismo ma «per attrazione».”

EG n.100 – “Ma se vedono la testimonianza di comunità autenticamente fraterne e riconciliate, questa è sempre una luce che attrae.”

EG n.101 – “Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto! A ciascuno di noi è diretta l’esortazione paolina: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21). E ancora: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9).”

Cerchiamo di vivere questa circostanza della dedicazione della chiesa per scoprire la bellezza di essere gli uni per gli altri uno stimolo continuo per una comunione che oggi è sacramentale in questa chiesa, ma un giorno, quando sarà abbattuta questa chiesa…. per costruirne un’altra, quella della Gerusalemme del cielo, perché tutto ciò che è “muro” è provvisorio,e noi entriamo nella vera chiesa, quella della Gerusalemme del cielo nella quale saremo eternamente dissetati, seguendo l’Agnello ovunque egli vada.

In questo giorno dell’Annunciazione del Signore che secondo alcuni Padri è giustamente detta “la Pentecoste di Maria” (S. Bulgakov) o la proto-Pentecoste della Chiesa, nel mese dedicato a S. Giuseppe, sia fervida la nostra preghiera perché la Santa Famiglia di Nazareth sia il modello ispiratore della Parrocchia, famiglia di famiglie, nella memoria grata e nella Comunione fraterna.

Don Elio Benedetto Parroco  

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Non è la chiesa edificio che fa la comunità, ma è la comunità dei credenti che fa e costruisce la propria chiesa.

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