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Il Papa: «Mai più sfruttamento e morte»

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Il Papa: «Mai più sfruttamento e morte»

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​Dal Papa arriva un nuovo appello contro lo sfruttamento degli immigrati, dei poveri e delle donne. Il Papa ha celebrato la Messa a Ciudad Juarez, a soli 80 metri dal confine con gli Usa, davanti a centinaia di migliaia di persone. L’ultima tappa del suo viaggio in Messico, durante la quale ha toccato tutte le anime di questo grande Paese. Poco prima della celebrazione è andato verso la grande Croce di legno che dà sul confine e ha benedetto le scarpe dei migranti morti che non sono riusciti ad attraversare il confine. In territorio texano, circa 50 mila fedeli hanno seguito la celebrazione e il Pontefice li ha spesse volte salutati. Una lunga omelia, più volte applaudita dai fedeli. Alle 19.16 ore locali, le 3.16 di Roma, la partenza per l’Italia.

“Chiediamo al nostro Dio il dono della conversione, il dono delle lacrime; chiediamogli che possiamo avere il cuore aperto come i Niniviti al suo appello nel volto sofferente di tanti uomini e donne – ha detto il Papa – Mai più morte e sfruttamento! C’è sempre tempo per cambiare, c’è sempre una via d’uscita e un’opportunità, c’è sempre tempo per implorare la misericordia del Padre”.
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Per il Papa “Non possiamo negare la crisi umanitaria che negli ultimi anni ha significato la migrazione di migliaia di persone, sia in treno, sia in autostrada, sia anche a piedi attraversando centinaia di chilometri per montagne, deserti, strade inospitali… A fronte di tanti vuoti legali, si tende una rete che cattura e distrugge sempre i più poveri. Non solo soffrono la povertà bensì soprattutto queste forme di violenza. Ingiustizia che si radicalizza nei giovani: loro, come carne da macello, sono perseguitati e minacciati quando tentano di uscire dalla spirale della violenza e dall’inferno delle droghe”.

Ciudad Juarez, come altri punti di frontiera del nord del Messico, vede ogni anno migliaia di persone cercano di attraversare il confine per avere un futuro migliore. “Un passaggio, un cammino carico di terribili ingiustizie: schiavizzati, sequestrati, soggetti ad estorsione, molti nostri fratelli sono oggetto di commercio del transito umano”, ha detto il Papa ribandendo che c’è un solo mezzo per uscire da tutte queste ingiustizie: “E’ tempo di conversione, è tempo di salvezza, è tempo di misericordia. Perciò diciamo, insieme con la sofferenza di tanti volti: ‘per la tua immensa compassione e misericordia, Signore, abbi pietà di noi… purificaci dai nostri peccati e crea in noi un cuore puro, uno spirito nuovo”.

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Il Papa però sembra avere fiducia. “So del lavoro di tante organizzazioni della società civile in favore dei diritti dei migranti. So anche del lavoro impegnato di tante sorelle religiose, di religiosi e sacerdoti, di laici che si spendono nell’accompagnamento e nella difesa della vita – dice- Danno aiuto in prima linea rischiando molte volte la propria. Con la loro vita sono profeti di misericordia, sono il cuore comprensivo e i piedi accompagnatori della Chiesa che apre le sue braccia e sostiene”.

“ll Messico è una sorpresa” ha detto il Papa nel saluto finale, ricordando il valore dei giovani e la speranza di questo popolo. Francesco, guardando i tanti fedeli, ha detto che “la notte ci può sembrare enorme e molto oscura, ma in questi giorni ho potuto constatare che in questo popolo esistono tante luci che annunciano speranza; ho potuto vedere in molti dei suoi testimoni, in molti dei suoi volti, la presenza di Dio che continua a camminare in questa terra guidandoli e sostenendo la speranza; molti uomini e donne, con il loro sforzo di ogni giorno, rendono possibile che questa società messicana non rimanga al buio. Sono profeti del domani, sono segno di un’alba nuova”. E ha concluso, esclamando: “Che Maria, la Madre di Guadalupe, continui a visitarvi, continui a camminare per queste terre, aiutandovi ad essere missionari e testimoni di misericordia e di riconciliazione”.

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