HomeArgomentiParola di DioXXXIV Domenica Cristo Re dell’Universo - Anno C - 20 novembre 2016

XXXIV Domenica Cristo Re dell’Universo – Anno C – 20 novembre 2016

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XXXIV Domenica Cristo Re dell’Universo – Anno C – 20 novembre 2016

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“…Oggi sarai con me in paradiso….”

Ascoltiamo il Vangelo:

“In quel tempo, dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio. tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso»”.

“…Oggi sarai con me in paradiso…”. Così risponde Gesù a chi, per una vita intera, ha rubato, ma al tramonto dell’esistenza, si accorge di aver sbagliato tutto, perché ha incontrato la vera luce, e si permette di rubare anche il paradiso.

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Dio, per tutti, vuole la gioia, la salvezza. Non importa il momento in cui ci si accorge, la si desidera, la si invoca; a lui interessa l’abbraccio e non conta quando inizia purché si compia. L’amore vale più del tempo, l’amore vale più del disprezzo, l’amore vale più del male compiuto perché l’amore non si merita ma si accoglie. E Gesù sa amare. Dell’amore è il maestro e l’artigiano. E’ protagonista e vittima sacrificale. La croce è l’unico vero altare del mondo e lì non c’è l’uomo, ma Dio. Un Dio che s’immola, si sacrifica, si dona perché vuole tutti in paradiso. Altro che punitore, il nostro Dio. “Punisce” se stesso per amore di coloro che ha creato, per amore di coloro che si sono resi ingrati, ma proprio questa è la logica dell’amore. Chi ama non bada a spese perché nel cuore c’è solo il desiderio di amare, costi quel che costi.

“L’amore è sufficiente per se stesso, piace per se stesso e in ragione di sé. E’ se stesso merito e premio. L’amore non cerca ragioni, non cerca vantaggi all’infuori di Sé. Il suo vantaggio sta nell’esistere. Amo perché amo, amo per amore“(Disc. 83, 4-6; Opera omnia, ed. Cisterc. 2).

Dio non è indifferente alle sofferenze umane, di ogni singolo uomo, ognuno è sua creatura, lui è Padre di ogni singolo uomo. Sant’Agostino, afferma che Cristo sarebbe morto in croce anche se al mondo fosse esistita una sola persona. La sua morte è per me. Dio mi ama alla follia.

Il ladrone chiede a Gesù d’essere ricordato, ma lui, che non si fa certo vincere da nessuno in generosità, lo porta con sé “oggi sarai con me in paradiso”. Gesù gli fa un regalo regale. Ama stare con chi ama, fa sua la storia di chi ama, incrocia, intreccia la sua vita con la persona amata, rannoda il suo sentimento col nostro. Un nodo così forte e duraturo che solo la nostra libertà potrà sciogliere.

Dio risponde sempre alle nostre preghiere, alle nostre necessità, ai nostri errori, con un “oggi” cioè qui e ora. Le coordinate dell’amore sono qui e ora e non dopo, domani, vedrò, ci penserò, ripassa, no! Qui dove siamo e adesso. C’è solo un tempo per amare: ora! C’è solo un luogo per amare: qui, vicino a te accanto a te con te. Il resto è sottrazione alla gioia di amare, di donarsi. L’amore non vede l’ora di congiungersi con la persona amata, non c’è tempo per temporeggiare, l’urgenza dell’amore esige il dono, l’accoglienza, le reciprocità, l’inclusione. Ecco lo spartito della musica di Dio, il pentagramma dell’amore. Musica dolcissima, armonia divina, che tocca e sazia la sete di ogni desiderio. Fosse anche l’ultimo, o espresso all’ultimo momento. Il primo ad entrare in paradiso per sentire la musica di Dio è un  ladro, allora c’è un posto per tutti perché il paradiso è pieno non di uomini perfetti, ma di peccatori perdonati.

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