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La straordinaria esperienza del CreGrest a Palata.

Ogni uomo che nasce sulla terra riceve una missione speciale: fare della propria vita una storia d’amore.

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La straordinaria esperienza del CreGrest a Palata.

Ogni uomo che nasce sulla terra riceve una missione speciale: fare della propria vita una storia d’amore.

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Ogni uomo che nasce sulla terra riceve una missione speciale: fare della propria vita una storia d’amore. Raccontare vivendo significa operare delle scelte, prediligere che il nostro tempo, le nostre energie, i nostri talenti e i nostri desideri raccontino di un amore, di una passione, di una precisa direzione da prendere affinché si possa imparare a valorizzare ogni attimo della propria esistenza. Ogni azione dell’uomo nel mondo si realizza in tutta la sua potente bellezza solo se inscritta in un orizzonte orientato a una vita buona, che è il miglior compimento dei doni che il Creatore ha fatto all’umanità.

L’iniziativa del CreGrest.

È questo il background che, nella Parrocchia di Santa Maria La Nova in Palata (CB), ha fatto da padrone all’ormai affermata iniziativa del CreGrest: un progetto educativo di condivisione, di formazione e di crescita che a Palata stessa è ormai giunto alla sua VI edizione. Oltre sessanta, infatti, tra ragazze e ragazzi, si sono radunati attorno alla parrocchia per dar vita a una esperienza formativa dai toni profondi e intensi allo stesso tempo; questa, così, si è ancora una volta manifestata come vero e proprio centro riconosciuto, votato alla formazione umana, spirituale e sociale della suddetta cittadina molisana.

Il desiderio di crescita umana, spirituale e sociale.

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L’evento, come ogni anno, è stato fortemente desiderato dal parroco don Elio Benedetto che, nel perdurare dell’intero percorso di aggregazione – coadiuvato dall’eccezionale lavoro svolto dalle catechiste e da alcune mamme, tutte sapientemente coordinate dall’educatrice Michelina Leone – si è speso in maniera infaticabile per la buona riuscita dello stesso ma, soprattutto, nel non far mai mancare ai piccoli partecipanti quella figura di supporto salda, capace di divenire, in ciascuno dei momenti educativi più significativi, punto di riferimento chiaro e concreto.
Quello del CreGrest, allora, non è solo un mero radunarsi di persone o, più semplicemente, un campo scuola parrocchiale dalle tonalità già viste e ripetute; bensì, esso comporta mesi di preparazione, di studio e formazione da convogliare nel miglior modo possibile in un periodo circoscritto di una settimana, all’interno della quale si manifestano ghirigori di storie pronte a intrecciarsi tra loro e a dar vita a nuovi sviluppi per nulla diafani, bensì carichi di colore e bellezza.

Inizia il CreGrest.

Ma bando alle ciance, si parte! Le “giovani reclute” della parrocchia hanno dato il via al CreGrest 2019 anzitutto ricevendo in consegna una missione: quella di fare della propria vita una storia d’amore; tematica calzante e anche ben riassunta nel conciso titolo del CreGrest stesso, vale a dire “Bella storia!”.
Un viaggio, poi, quello dei ragazzi palatesi, intrapreso con cognizione di causa, non alla sprovvista o senza i mezzi necessari; ognuno di loro, infatti, da subito è stato dotato di un ricco kit di “pellegrinaggio”: maglietta, cappellino, braccialetto tematico e “manuale” di preghiera, al quale si è aggiunta anche la merenda quotidiana offerta dalla parrocchia.

Alle ore 16.00 di ciascuna giornata, tutti i ragazzi si sono radunati nei pressi della chiesa di San Rocco, dove le animatrici parrocchiali hanno dato fondo a tutte le energie in corpo al fine di promuovere balli, danze e coreografie studiate appositamente per accogliere ciascun giovane nel miglior modo possibile e, allo stesso tempo, per integrarlo nel gruppo in maniera inclusiva e gioiosa. A loro, si è unito anche lo stesso don Elio che, a più riprese, ha imbracciato la sua chitarra mostrando una sbalorditiva energia; in fondo, la stessa che mette sempre nella sua attività evangelizzatrice parallela, quella di cantautore di musica cristiana dallo stile pop-rock. Da qui, infine, la lunga e variopinta “processione” che ha condotto ciascun partecipante presso il fulcro nevralgico del CreGrest: il Centro Sacro Cuore. Centro, questo, che ha fatto da teatro a interessanti laboratori manipolativi-espressivi nonché a giochi di gruppo dai sottili significati etici e dalle diverse e pluriformi modulazioni dal carattere istruttivo.

I laboratori manipolativi-espressivi.

In tal contesto, dunque, le attività laboratoriali si sono snodate lungo due sentieri fondamentali: la realizzazione di una mostra fotografia e la rappresentazione pittorica di un murales.
Il primo laboratorio (quello fotografico) ha avuto come filo conduttore la religiosità popolare palatese; i ragazzi si sono adoperati nell’approfondire in foto (soprattutto antiche) le tradizioni del paese, mettendo in risalto i vissuti, la fede e la devozione di ciascun abitante durante quelle che sono le più importanti processioni della cittadina molisana: quella di San Giuseppe, di Sant’Antonio, della Madonna di Santa Giusta e di San Rocco.
Il secondo laboratorio didattico (il murales), grazie al grande lavoro di Marco Di Vito che ha saputo far da maestro ai ragazzi, è culminato – nel giorno conclusivo del CreGrest – con lo svelamento di un festoso murales raffigurante Gesù che accoglie i bambini: immagine viva e vera della Chiesa stessa, una madre sempre disponibile ad accogliere i più fragili e poveri.

La cura spirituale dei ragazzi.

Ma i laboratori non sono stati gli unici momenti coinvolgenti; particolarmente significativo, infatti, è stato il ciclo di catechesi proposto da don Elio. Il parroco palatese ha incentrato le sue riflessioni su quattro tra le figure più importanti della Sacra Scrittura; tutte immagini di enorme fede e speranza che hanno saputo dispiegare la propria esistenza lungo i solchi della carità e della perseveranza: Abramo, il profeta Giona, Maria e San Paolo. I ragazzi, accompagnati saggiamente per mano da don Elio, hanno mostrato una sorprendente capacità di ascolto e riflessione, dimostrando inoltre inusitate doti di sintesi e interiorizzazione.

Il ruolo della famiglia.

Il CreGrest, però, non ha mancato di rivolgere la sua attenzione alla famiglia. La famiglia, si sa, oggi non manca di attacchi e di azioni malsane volte a disgregarla. È sempre più difficile difenderne i principi e i valori fondanti; essa, certo, permane nel suo ruolo di prima istituzione educativa della società, ma gli orizzonti non sono certo sereni. Sono state organizzate, a tal proposito, due giornate per genitori e figli che li hanno visti coinvolti in due rispettive uscite, tra cui quella bellissima presso il Parco Majella. In quest’ultima, soprattutto, si sono potuti cimentare in escursioni e giochi di arrampicata sugli alberi, dando sfogo a tutta la loro gioia e al desiderio limpido di stare insieme. In più occasioni, le famiglie stesse hanno mostrato sensibilità e soddisfazione verso i contenuti e i risultati raggiungi dal CreGrest, riconoscendone la meravigliosa portata, il ruolo della parrocchia nell’organizzarlo e la possibilità di enorme crescita che è stata offerta a loro stessi e ai propri figli.

La conclusione del CreGrest.

Se ciascuna giornata di catechesi e laboratori si è conclusa (con ulteriori canti e balli, mai manchevoli della preghiera conclusiva) intorno alle ore 19.30 presso la chiesa di san Rocco, l’intero percorso del CreGrest è terminato in maniera davvero scoppiettante.
I ragazzi hanno dato vita a un’enorme festa esibendosi nell’originale “Palata Got Talent” che li ha visti protagonisti di esibizioni sceniche in canto, in chitarra e fisarmonica. A questa si sono aggiunte anche le “Olimpiadi”.
Il taglio del nastro, il lancio di palloncini e coriandoli hanno poi posto la fatidica ciliegina sulla torta: l’inaugurazione della curata mostra fotografica e lo svelamento del murales di cui più sopra si parlava.

In conclusione, ciò che il CreGrest lascia nei cuori di famiglie e ragazzi è un profondo senso di appartenenza alla comune esperienza cristiana, un legame indelebile con la parrocchia ma anche un forte senso di appartenenza sociale e territoriale che, al giorno d’oggi, non va assolutamente sottovalutato o trascurato. Il CreGrest dimostra – e non solo a Palata – che la Chiesa è capace di promuovere non solo il “bene spirituale” dei suoi fedeli ma anche un profondo e mirato bene sociale, capace di migliorare e consolidare l’amore per il proprio luogo patrio e per tutto ciò che si esplica nel sentimento comune.

Giuseppe Gravante

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