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Non solo sapere come conoscenza ma anche il sapore di ciò che si conosce

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Non solo sapere come conoscenza ma anche il sapore di ciò che si conosce

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           IL VANGELO STRABICO            

IV Domenica Tempo Ordinario – B  

(Deuteronomio 18,15-20; 1 Corinzi 7,32-35; Marco 1,21-28) 

Non solo sapere come conoscenza ma anche il sapore di ciò che si conosce

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Ascoltiamo il Vangelo:

“In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli, infatti, insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea”.

Insegnare è un’arte difficile. Non solo per via delle competenze da possedere ma soprattutto per il modo di porre, di donare l’insegnamento. Il maestro, il genitore, l’educatore, non sono solo trasmettitori di notizie, ma, attraverso l’insegnamento, consegnano anche emozioni. L’insegnamento non è asettico, anaffettivo. L’empatia che si tesse tra chi ascolta e chi recepisce diventa il recettore principale che deposita la notizia non solo nella mente maanche nel cuore. Ogni insegnamento nutre la mente e il cuore. La nozione e l’emozione sono parte essenziale del vero insegnamento. Solo così si stabilisce una relazione positiva, costruttiva. Una corrispondenza tra chi dona e chi riceve. Un dialogo pedagogico.

Il modo si insegnare di Gesù era di questo tipo. Gli viene riconosciuto soprattutto se paragonato ai maestri del tempo: scribi, farisei, dottori della legge. Loro insegnavano per mettersi in mostra, per far emergere la loro sapienza, per apparire capaci. Gli uditori del tempo se ne accorsero “ed erano stupiti del suo insegnamento: egli, infatti, insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gliscribi”.

Evidentemente Gesù non offre solo “notizie” ma porta a conoscenza della “buona notizia”. La sua vita era talmente immersa in quello che insegnava che lui stesso è la notizia. Quella buona. Lui era capace di far trasparire dal suo insegnamento non solo indicazioni e nozioni. Lui dona il sapére ma anche il sapore, il gusto delle cose. Il suo insegnamento segna e tocca il cuore. Riscalda l’anima. Tocca le corde recondite della personale sensibilità. 

Anche oggi, tra gli ascoltatori dei tanti maestri che si alternano nei vari palcoscenici, ci sono coloro che sanno trovare la differenzatra chi parla per alimentare mente e cuore e chi deve solo imbonire.Aumentano sempre più gli affabulatori, gli adulatori, gli imbonitori. Nascono nuovi influencer. Alcuni genitori “sfruttano” perfinol’immagine dei propri figli. Loro vogliono convincere con la forza persuasiva della necessità di un prodotto. Ci fanno sentire poveri se manca un oggetto di tendenza. Inducono al consumo perché dietro c’è nascosto il guadagno se riescono a vendere, a “piazzare”, il prodotto stesso. 

Gesù non vende. Espone uno stile di vita da lui stesso incarnato e proposto. Non deve convincere nessuno perché lascia tutti liberi. La sua è una testimonianza da  recepire non un prodotto da acquistare. Lui dona tutto gratis, a fondo perduto. Ecco la differenza tra ciò che si deve acquistare e ciò che si deve vivere. Esiste un abito per coprirci e un abito per comportarci. Gesù ci dona esempi comportamentali, stili di vita, scelte fondamentali. Il suo insegnamento possiede tutte le taglie. C’è quella giusta per ogni misura. Per ogni mente, per ogni cuore.

Ciò che Gesù insegna si deposita nell’animo. Lo sazia, lo fa gioire. Quando c’è la sazietà non si cerca altro, non si cerca altrove. I prodotti, gli stili, le mode ci fanno essere insaziabili. Continuamentealla ricerca di novità, di sballi, di esagerazioni, di comportamenti estremi per provare e trovare nuove emozioni. Le trasgressioni sembra che rendano tutto più appetibile, più fashion. Addirittura,sono nate nuove malattie dell’acquisto compulsivo ossessivo e accumulo patologico. 

A Gesù interessa la sostanza, non l’apparenza. La consegna che sazia il cuore, non il consumo di un prodotto. Ecco la vera differenza da cui nasce l’autorevolezza del suo modo di insegnare.

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