La donna, che aveva pregato sulla tomba della bambina, sostiene di averla vista insieme alla Madonna

E’ stata quella visione avuta sulla tomba della piccola Sara Mariucci, originaria di San Martino in Colle, frazione di Gubbio, a cambiare la vita e il destino di Antonella M. (nome di fantasia) guarita inspiegabilmente da un cancro?

La storia del presunto miracolo sta facendo il giro dell’Umbria, rimbalza tra i social network e le cronache locali. Ma ben presto si appresta a diventare un caso nazionale. Perché anche il vescovo di Gubbio, monsignor Mario Ceccoballi, in un’intervista al Corriere dell’Umbria (18 gennaio) ha confermato che qualcosa di strano è accaduto.

FOLGORATA SUL DONDOLO
Ma riavvolgiamo il film di questa storia. E per farlo dobbiamo tornare indietro di quasi nove anni, al 5 agosto 2006. Titola ilCorriere della Sera: “Folgorata mentre gioca alle giostre. Sara, 3 anni, uccisa da una scarica elettrica. Era su un cavallo a dondolo”. Quella bambina è Sara Mariucci, originaria come la sua famiglia di San Martino in Colle. 

L’ULTIMA VACANZA
Tutti insieme stavano trascorrendo le vacanze a Villapiana, in provincia di Cosenza. La piccola era rimasta folgorata, molto probabilmente perché i suoi piedini scalzi hanno toccato un filo elettrico scoperto che alimentava il gioco. Era su un cavallo a dondolo, si era chinata per raccogliere il gettone usato per far partire il dondolo. Ma quel movimento le è stato fatale.

IL SACERDOTE GUARITO
La morte di Sara è stata una choc per tutta la comunità eugubina. Il vescovo monsignor Ceccobelli portava sempre con sé un’immaginetta della bimba. Tempo fa, racconta ancora il Corriere dell’Umbria (12 gennaio), Ceccobelli ne regalò una ad un giovane sacerdote proveniente dal Congo, esattamente da Kenge, studente a Roma e ospite di una parrocchia della periferia eugubina, ricoverato in condizioni gravissime, disperate all’ospedale “Silvestrini” di Perugia. Il giovane sacerdote baciò quel ricordino e lo mise sotto il cuscino. Da quell’istante la situazione iniziò lentamente a migliorare fino ad una sua inattesa degenza.

CANCRO AL MIDOLLO SPINALE
Ma il vero mistero resta quello che è accaduto ad Antonella M., originaria di Latina. I medici le diagnosticano un cancro al midollo spinale, confermato anche da diverse risonanze magnetiche. La donna deve operarsi, rischiando di perdere la vita, data la delicatezza dell’intervento. La massa tumorale da esportare è importante. L’operazione viene fissata per il 10 dicembre. Qualche giorno prima Antonella decide di venire a trovare una sua amica che vive a San Martino in Colle.

SARA E LA MADONNA
La mattina dell’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata, insieme vanno a messa, celebrata da Padre Francesco Ferrari, nella chiesa della frazione eugubina. Durante la celebrazione religiosa Antonella avverte una sensazione strana. E al termine insieme all’amica si reca sulla tomba della piccola Sara. «Proprio lì – conferma padre Francesco – sostiene di aver visto la Madonna insieme a Sara. E la cosa più importante è che lo ha messo anche per scritto in una sua precisa e circostanziata testimonianza che abbiamo raccolto riferendone al vescovo Ceccobelli».

IL TUMORE SPARISCE
Il giorno dopo, 9 dicembre, Antonella torna a casa. E il giorno dopo ancora si reca in ospedale: deve sottoporsi agli ultimi esami e poi all’operazione già programmata da tempo. Ma la risposta dell’ultima risonanza è sconcertante: non c’è più alcuna traccia del tumore. Antonella è guarita.

LA PRUDENZA DI CECCOBELLI
Il vescovo monsignor Ceccobelli sapeva tutto di questa storia, puntualmente informato da padre Francesco. «Per quanto riguarda la guarigione della donna – evidenzia Ceccobelli al Corriere dell’Umbria – bisogna che siano i medici a esprimersi, come è giusto che sia. Da parte nostra ci siamo limitati a registrare i fatti così per come sono accaduti, e tra questi, ovviamente, anche la dichiarazione circostanziata della donna circa l’apparizione della Madonna insieme alla piccola Sara».

LA MESSA PER I BAMBINI DEFUNTI
Sull’apparizione il vescovo è cauto: «Sono cose estremamente delicate, quello che posso dire è che io personalmente sono stato testimone oculare di un altro fatto inspiegabile che riguarda Sarae che risale a un paio d’anni orsono». Il vescovo allude ad un episodio avvenuto dopo una santa messa celebrata a San Martino in suffragio anche delle anime dei bambini defunti.

IL PALLONCINO BIANCO
Un gruppo di genitori che aveva organizzato l’evento «ha lanciato tantissimi palloncini tutti colorati che sono volati in cielo. Uno però, l’unico di colore bianco, si è improvvisamente fermato a una certa altezza, poi è lentamente disceso, si è avvicinato dalla statua della Madonna posta poco fuori la chiesa e infine si è spostato vicino a un ulivo caro alla piccola Sara. E lì è rimasto sospeso in aria per circa tre giorni. Qualcuno, tra quei genitori, ha gridato ‘E’ la piccola Sara, è la piccola Sara’, con tutta la gente incredula per quanto aveva visto».